mercoledì 17 agosto 2016

Tagliatelle ai mirtilli

Metti una sera fuori a cena con amici...
Leggi il menù proposto dal ristorante, ti soffermi su "tagliatelle ai mirtilli con salsiccia e asparagi",
ti lasci incuriosire dall'abbinamento e dal piatto mai assaggiato, lo provi,
ne rimani piacevolmente colpito per la delicatezza e la bontà ...che fai?!?!?!?!
Ovviamente cerchi di riprodurlo a casa.
Ecco quindi la mia versione dell'impasto per le tagliatelle ai mirtilli.


Ingredienti
250-300 g di farina rimacinata
2 uova
125 g di mirtilli
un pizzico di sale
(le dosi della farina sono un po' a occhio e dovranno essere calibrate in base alla consistenza dell'impasto quando tutti gli ingredienti saranno amalgamati)

Per prima cosa lavare i mirtilli, metterli in un pentolino e coprirli quasi a filo con un po' d'acqua. Sbollentare per 4-5 minuti. Scolare e con l'aiuto di una forchetta schiacciarli fino a ridurli in una sorta di purea grossolana. Lasciare che si raffreddino.
Volutamente non ho passato la purea lasciando i mirtilli in tutta la loro interezza per conferire alla tagliatella un effetto un po' più rustico e grezzo.

In una ciotola assemblare gli ingredienti: farina, uova, un pizzico di sale e la purea di mirtilli.
Amalgamare il tutto e se necessario aggiungere ancora farina per rendere sodo e compatto l'impasto.
Formare una palla, avvolgere nella pellicola trasparente e lasciare riposare in frigorifero per una mezzora.
Tirare la pasta a mano o con l'aiuto della "nonna papera" e realizzare le tagliatelle.
Cottura brevissima, 4-5 minuti max in acqua bollente salata.

Sughetto
Sfortunatamente non sono riuscita a fare foto del piatto finale ma il risultato è stato ottimo e molto apprezzato.
Io le ho cucinate con un semplice ragù di salsiccia realizzato in un fondo di olio, scalogno e porro, tagliati finemente, a cui ho aggiunto alla fine del casera stagionato 18 mesi grattugiato.
Da riproporre assolutamente.

venerdì 29 gennaio 2016

Ispirazione Bonci ...impasto per la pizza a lunga lievitazione

Oltre le vellutate adoro impastare ...lo trovo terapeutico e distensivo!
Soprattutto quando ti concedi il lusso di farlo a mano lasciando inattivi robot da cucina & c.
Uno degli impasti che mi ha sempre incuriosito è quello per la pizza.
Era da tempo che volevo approfondire questo tema ...e ti si apre un mondo quando provi a farlo!
Farine, lievitazione, temperature, acqua, proporzioni, cotture ...aiuto!!!!!

Navigando qua e là, leggendo vari blog e articoli, guardando video in rete
mi sono imbattuta in Gabriele Bonci, il Michelangelo della pizza come viene definito.
Ricordavo la sua presenza a La Prova del Cuoco, 
ma ancor di più ricordavo le sue pizze farcite ...anzi, super farcite!!!
La passione che traspariva dai suoi racconti ti faceva venire letteralmente l'acquolina in bocca.

Mi son messa così a sintetizzare le sue dritte che mi appunto qui.
Naturalmente non sono esaustive ma sono quelle che ho seguito nel preparare 
il mio impasto pizza con 24 ore di lievitazione!

Ingredienti
1 kg di farina
800 g di acqua
20 g di olio evo
20 g di sale marino
5 g di lievito di birra secco
(io ho usato del lievito madre essiccato nella quantità riportata sulla confezione)


Versare la farina in una ciotola. Inserire al centro il lievito secco e ossigenare il tutto mescolando. 
Versare il 70% del peso della farina di acqua naturale a temperatura ambiente. Mescolare a "S" cercando di staccare il meno possibile il dorso del cucchiaio dai bordi della ciotola. 
Quando l’impasto si sarà amalgamato, versare il sale al centro dell’impasto e l'olio.
A questo punto si può aggiungere l’ulteriore 10% di acqua e col dorso del cucchiaio rompere-riunire l’impasto con movimenti ampi. 
Coprire con un canovaccio e lasciar riposare per 10-15 minuti a temperatura ambiente.
Non preoccuparsi se l'impasto avrà una consistenza molto morbida.
A questo punto passare alla "piegatura" dell'impasto. Infarinare il piano di lavoro e allargare l'impasto dandogli una forma rettangolare. Piegare il rettangolo a metà facendo combaciare su se stessi i lati più corti. Girare l'impasto in perpendicolare e ripetere l'operazione un paio di volte. In questo modo si aiuterà l'impasto ad asciugare e favorirà la lievitazione.
In questo video forse si capisce meglio come fare le piegature di rinforzo...



A questo punto sistemare il panetto in una ciotola oliata, coprire con pellicola trasparente e riporre in frigorifero per 24 ore nella parte più bassa evitando continue aperture.
Dopo la lievitazione, stendere l’impasto rigorosamente con le mani su un piano lavoro ben infarinato.
Trasferire il tutto su una teglia leggermente unta d'olio e occupare su tutta la superficie uniformemente.

Nel frattempo riscaldare il forno alla massima temperatura.

Dopo aver condito la pizza posizionare la teglia sul fondo del forno per una 10na di minuti e continuare poi la cottura a metà altezza.

Questo è il mio risultato. Ancora da perfezionare perchè l'impasto non è uscito proprio proprio come quello di Bonci ...ma per gusto, consistenza e digeribilità sono MOLTO soddisfatta!





Da ricordare
Farina
Per l'impasto scegliere preferibilmente farine biologiche, magari di piccoli produttori locali.
Tipo 0, tipo 1 o tipo 2 vanno bene tenendo conto che più la farina tende all’integrale è più si dovrà aumentare l’idratazione.
Lui utilizza la farina Buratto del Mulino Marino. Si definisce "buratto" una macchina provvista di setacci, utilizzata per allontanare le porzioni di scarto o per classificare le componenti di un materiale solido in grani o in polvere, di diversa dimensione.
Ciò significa che il così detto "livello di abburattamento" altro non è che il grado di raffinatezza di una farina; in pratica, più la farina è setacciata, più risulta raffinata, bianca, impalpabile, ricca di amido e povera di fibre e sali minerali. La percentuale di abburattamento è da intendere in maniera opposta, ovvero: maggior percentuale di abburattamento = minor raffinatezza; minor percentuale di abburattamento = maggior raffinatezza.La farina deve sempre essere setacciata e ossigenata, in modo che l’umidità si distribuisca uniformemente tra tutti i suoi granelli. Per la stesura usa sempre la semola rimacinata perché tende ad asciugare l’impasto e in questo modo la teglia non avrà bisogno di essere unta.

Lievito
Per l'uso casalingo consiglia di preferire quello secco, da non demonizzare.
La quantità è di 5 grammi di lievito secco di birra su kg di farina oppure 100 g di lievito naturale (pasta madre) fresco.

Acqua
Utilizzare quella in bottiglia in presenza di acque troppo dure o calcaree che inibiscono la lievitazione.

Sale
La quantità di sale marino varia in funzione del clima: 18 grammi per ogni 1000 grammi di farina in inverno; 20 g/kg nelle mezze stagioni e 22 g/kg in estate.

Olio
Aiuta a ottenere un impasto migliore. Aggiungerlo in fase di impasto dopo il sale, la proporzione è di 20 grammi ogni kg di farina.

martedì 26 gennaio 2016

Vellutata di carote con ceci e spianata piccante

E' ufficiale: adoro le vellutate in tutte le forme e sapori!
Adoro l'avvolgente calore che questo comfort food riesce a dare,
soprattutto in una gelida serata invernale, al ritorno dall'ufficio
quando l'unica cosa che vuoi fare è spegnere ogni sorta di pensiero.
Avevo visto questa ricetta in giro per il web, memorizzata per quanto mi è ancora concesso
e riadattata in base all'estro del momento.
Questo è il risultato...


Ingredienti (per circa 3 porzioni):
750 g di carote
1 cucchiaino di zenzero grattugiato
1/2 cucchiaino di curcuma
1 cipolla bianca piccola
brodo vegetale caldo
sale
pepe
olio evo
2-3 fette di spianata piccante
120 g di ceci cotti

Tritare la cipolla e farla cuocere in una casseruola insieme all'olio, allo zenzero e alla curcuma.
Aggiungere le carote precedentemente lavate,sbucciate e tagliate a rondelle di medie dimensioni.
Coprire il tutto con del brodo vegetale caldo e far cuocere finchè le carote si saranno ammorbidite.
Con un frullatore ad immersione ridurre il tutto in una crema vellutata ed omogenea. Se necessario aggiustare di sale e pepe.

Durante la cottura della vellutata preparare i ceci condendoli con olio, sale e pepe.
Metterli su una teglia rivestita con carta forno e passarli sotto al grill alla massima potenza finchè non diventano croccanti.

Preparare nel frattempo anche la spianata piccante. Prendere le fette e tagliarle a listerelle. Adagiarle sulla stessa teglia dei ceci per qualche minuto per rendere anch'esse croccanti.

Assemblare il piatto. Versare la vellutata nelle ciotole o fondine, distribuire i ceci speziati e la spianata piccante, servire subito accompagnando con fette di pane abbrustolito.

Secondo me il piccante della spianata ben contrasta con il dolce delle carote ed esalta ancor di più lo zenzero. Naturalmente la quantità delle spezie, soprattutto dello zenzero può essere variata in base ai gusti personali.

domenica 16 agosto 2015

Un compleanno...

C'era una volta ...un compleanno!
Un compleanno che doveva essere festeggiato.
Un compleanno atteso, pensato, organizzato. 
Una di quelle ricorrenze, importanti, a cui voler dare un'importanza particolare.
Non tanto per la festa in sè, quanto per l'affetto che voleva essere racchiuso
in ogni gesto, idea, pensiero, oggetto.
Un compleanno che è stato un tuffo nel passato, la ricostruzione di un viaggio
dall'infanzia alla vita adulta, la scoperta di un tempo sconosciuto e intimo.
Una complicità spontanea che nella consapevolezza reciproca di un "mi sa che non lo merita" racchiudeva comunque un bene sincero che sapeva andare oltre. Oltre la più oggettiva meritocrazia.

Che n'è stato di quel compleanno?
Nulla

Cosa doveva essere quel compleanno?
Semplicità, affetto, sorpresa, stupore, vicinanza, ricordo...

Cos'è rimasto di quel compleanno?
Il ricordo delle emozioni legate all'organizzazione, 
L'energia creativa che ha tentato di stupire e sorprendere.
L'ansia condivisa per le prove tecniche, la tempistica, la location, il risultato.
Delle fotografie "rubate", recuperate, scelte per ripercorrere una storia.

Si è partiti da un'ispirazione trovata su Pinterest, questa,

(foto tratta da Pinterest)

per personalizzarla, renderla unica e densa di significato.
Rimane il perchè dei palloncini metallizzati argento e nero, 
il numero scelto, la disposizione che dovevano avere,
le vecchie fotografie scansionate e i tentativi di renderle chiare,
il luogo più volte cambiato, le prove del peso cartoncino e della tenuta "in aria"...

C'è ancora un significato, un senso?
Probabilmente no ...probabilmente non c'è mai stato
forse tutti i "sensi unici" escludono la possibilità di incontrarsi.
Una pagina che si voleva scrivere e che il destino non ha voluto si scrivesse
...forse perchè non aveva senso
...non so. Forse un giorno lo capirò.


Legata a tutto questo ci sei anche tu, amica mia ...forse il significato più profondo di quello che non è stato o successo. Ci sei tu che meriti tutto il meglio e tutte le sorprese di questo mondo. E la prossima sarà sicuramente per te. Quel "io ti aspetto", lo trasformeremo in qualcosa di "senso".

venerdì 30 gennaio 2015

Kakebo

E' dalla scorsa estate che mi sono messa seriamente a "studiare"
qualche strategia per risparmiare e gestire nel migliore dei modi i miei soldini.
Non sono tanti ma già avere uno stipendio mensile garantito è una gran fortuna
e, considerati i tempi, merita un utilizzo rispettoso.
Ancor più visto che rappresenta l'unica entrata su cui contare per il presente e per il futuro.
Mi sono così appassionata di coupon, sconti, offerte
per cercare di ottimizzare la spesa quotidiana e non.
Nel mio piccolo qualche risultato s'è visto.
Ma qui voglio parlare del regalo ricevuto a Natale da una mia carissima amica,
talmente attenta agli altri da azzeccare sempre gusti e doni.
Un regalo di cui ignoravo l'esistenza ma che mi ha subito entusiasmato
...come poteva essere altrimenti per una persona simil-paranoica-e-incline-al-controllo?!?!
Ecco il mio KAKEBO!!!
 
(immagine presa dal web)
 
No, no, non è una parolaccia
bensì il libro dei conti di casa a cui i giapponesi affidano il proprio budget personale.
In pratica è una sorta d'agenda in cui registrare entrate e uscite,
riflettere sulle abitudini e tipologia di spesa,
per imparare a risparmiare e a migliorare la gestione delle finanze.
A quanto ho letto in Giappone è molto diffuso, in Italia ancora poco.
Solo dalla scorsa estate sono state stampate le prime copie in italiano.
Ha un'organizzazione settimanale, che poi si racchiude in un riepilogo mensile
che dà il quadro complessivo annuale delle spese che si fanno.
 
(immagine presa dal web)
 
Le spese vengono classificate in:
• spese di sopravvivenza (spese indispensabili per alimentazione, salute, trasporti,...)
• optional (costi legati al tempo libero)
• cultura (arricchimento culturale e fisico)
• extra (emergenze, oggetti di lunga durata)
...e definire una spesa non è proprio così scontato.
 
Il formato cartaceo a me piace molto!
Nonostante l'era informatica, le app, i telefoni supertecnologici
...sono una romantica sostenitrice delle agende in carta e penna
e questo libro-agenda mi ha conquistato.
 
Sono agli sgoccioli del primo mese, mese di conoscenza e collaudo,
mi toccherà fare il riassunto di come ho impiegato il mio stipendio,
staremo a vedere! ;)
 
Intanto vi lascio il link dove poter conoscere meglio il Kakebo
e scoprire i dettagli del suo utilizzo.
Buon risparmio a tutti!

giovedì 29 gennaio 2015

Rose di mele e sfoglia

"Se qualcuno ama un fiore,
di cui esiste un solo esemplare
in milioni e milioni di stelle,
questo basta a farlo felice
quando lo guarda"
(da Il Piccolo Principe)

Presa da una vena di malinconico romanticismo
ho provato a realizzare il mio personale dolce bouquet.
Visto che nessuno mi regala fiori, ho cercato d'arrangiarmi da sola!
Fonte d'ispirazione Giallo Zafferano e la sua ricetta che trovate qui


La riporto in sintesi con qualche piccola variazione.

Ingredienti per 5-6 rose:
1 rotolo di pasta sfoglia (meglio se rettangolare)
1 mela
300 ml acqua
50 gr zucchero semolato
confettura di arance
zucchero a velo
rhum
succo di limone
1 uovo

Pulire le mele e tagliarle a fettine molto sottili. Per evitare che anneriscano porle in una ciotola con del succo di limone spremuto.
Intanto preparare lo sciroppo: in un pentolino versare l'acqua e lo zucchero semolato e far bollire. Quando il composto avrà raggiunto bollore e lo zucchero si sarà sciolto, versare le mele ben scolate e strizzate e far bollire alcuni istanti, fino a quando non si saranno ammorbidite senza sfaldarsi. Spegnere il fuoco, scolare le mele e lasciarle raffreddare. Una volta fredde spruzzarle con un po' di rhum per dare un gusto più deciso.
Cominciamo ora a comporre le rose: prendere la pasta sfoglia, stenderla e ricavare delle strisce di 5 cm di larghezza. Spennellare ogni singola striscia con la confettura di arance e adagiare le fettine di mele lungo la metà superiore di ciascuna striscia, leggermente sovrapposte: la parte con la buccia dovrà strabordare dalla striscia di pasta sfoglia.
Ripiegare la restante metà di pasta sfoglia sulle mele e arrotolarla su se stessa partendo da una delle due estremità più strette. Si sarà così formata una rosellina.
Rivestire una teglia con carta da forno, adagiare le rose di sfoglia e mele e spennellarle con l'uovo sbattuto. Spolverizzare con lo zucchero a velo e cuocere le rose in forno statico preriscaldato a 180° per circa 30 minuti e altri 5 minuti a 240°.
Una volta cotte, sfornarle, lasciarle raffreddare e servirle!

Io ho notato un pochino di difficoltà nella cottura del cuore delle rose
che tende a restare sempre un po' crudino.
Dovrò riprovare a breve per trovare una soluzione ;)
Dolce semplice, veloce, di grande effetto e veramente buono!

Dado granulare vegetale home made

Proseguo sulla scia dei "fondamentali" da avere sempre a disposizione in cucina.
Dopo i cubetti con le erbe aromatiche e i cubetti di soffritto mi sono lanciata, qualche mese fa,
nella produzione del dado granulare vegetale.
Ho trovato in internet varie ricette e procedimenti diversi.
Ho escluso quelli che necessitavano di bimby ed essiccatore,
mentre per il mix di ingredienti ho fatto un po' a mio gusto considerando,
più che altro, quello che avevo in casa.
Anche sulle quantità sono andata un po' a occhio e a disponibilità.
Ecco il risultato:

Ingredienti:
carote
sedano
cipolla
zucchina
peperone
pomodori
patata
prezzemolo
curcuma
sale grosso (meglio se integrale)

Lavare e pulire tutta la verdura. Tagliarla a pezzi e pesarla per calcolare quanto sale aggiungere.
Io personalmente ho aggiunto sale per circa 1/3 (35%) del peso totale delle verdure a crudo.
(Credo però dipenda molto dai gusti personali e dall'abitudine a cucinare più o meno sapido. Nelle ricette che ho consultato davano indicazione di aggiungerne la metà del peso delle verdure ...a me sembrava troppo!)
Trasferire verdure e sale in una padella e far cuocere a fiamma vivace finché tutto il liquido perso dalle verdure sarà completamente evaporato.
A questo punto passare con un minipimer e stendere il composto su una leccarda ricoperta da carta forno livellando fino a ottenere uno strato uniforme.

Procedere con la disidratazione inserendo la teglia in forno preriscaldato a bassa temperatura, circa 100-120°, per le ore necessarie affinché il composto risulti secco. Durante la cottura occorre avere l’accortezza di mescolare di tanto in tanto in modo tale che si essicchi uniformemente.
(Per non rischiare di dover passare tutta giornata con il forno acceso, ho alzato ogni tanto la temperatura del forno a 150° e vigilato per non far bruciare!)
A fine cottura far raffreddare in forno leggermente aperto.
Una volta freddo spezzare grossolanamente con le mani, mettere in un robot da cucina e tritare fino a ottenere una polvere. Ecco il dado granulare ...da conservare in barattoli precedentemente sterilizzati.
Come esperimento direi niente male, devo solo capire ancora bene il dosaggio.
Per i miei gusti è saporito e, rispetto a quello commerciale,
ho dovuto ridurne un pochino le quantità da utilizzare quando cucino.